Les fleurs du PhoeniX

 



Dal blog Les fleurs du mal

Dario Vergari non smette mai di sorprendermi con i suoi romanzi che mi regalano sempre qualcosa di forte, di diverso e sempre con dei grandissimi spunti di riflessione, molto intensi, profondi che tendono a mettere in discussione perfino la mia integrità morale e sociale.

Questo romanzo è una lettura molto particolare, una trama complessa ma allo stesso tempo coinvolgente e affascinante. Dario riesce a farci sentire parte di quello che si definisce entanglement quantistico, quel fenomeno per cui un gruppo di particelle viene generato, interagisce e condivide la prossimità spaziale in un modo tale che lo stato quantistico di ogni particella (in questo caso il lettore) non può essere descritto indipendentemente dallo stato delle altre anche quando queste particelle sono separate da una grande distanza.

No, non sto vaneggiando o forse sì, fatto sta che chi legge questo romanzo diventa parte integrante di un cosmo, di una galassia fatta di particelle probabilmente a base di carbonio, che pur non conoscendosi, pur non essendo parte dello stesso schema celeste, si ritrovano a far parte di un progetto di lettura.

PhoeniX è una storia che ci dimostra come siamo di fatto tutti figli delle stelle, come il nostro rapporto con il pianeta su cui viviamo ma anche il cosmo su cui fluttuiamo siano così fortemente parte integrante di ognuno di noi.

La scienza ci ha spiegato come è fatto l’Universo, da cosa è composto e ci ha anche spiegato come ci siano una moltitudine di Universi paralleli, eppure nessuno ci ha saputo spiegare il perché questo esista.

Come asserito dalla famosissima astrofisica e divulgatrice scientifica Margherita Hack il cervello umano è molto più complicato e misterioso di quegli agglomerati di gas che sono le stelle e le galassie. Se l’Universo sia stato un processo naturale o sia stato creato da Dio nessuno può dirlo, resta però la meraviglia.

E voi direte cosa c’entra Dio con questo romanzo? Oh, c’entra eccome perché le domande che vi porrete leggendo e scoprendo la fantastica e sconvolgente storia del Dr. Auberon Young e di sua moglie; la sua stella di riferimento, la sua luce, la sua essenza e il suo tutto vi faranno mettere in discussione perfino il vostro rapporto con la fede.

Siamo tutti liberi di credere in ciò che vogliamo, siamo tutti liberi di raggiungere la nostra personale presa di coscienza ma non possiamo fingere di non vedere ciò che sta accadendo sotto i nostri occhi a una velocità talmente supersonica che riesce perfino a sfuggirci.

Eh sì perché noi che viviamo questa realtà tridimensionale in cui il nostro corpo rimane prigioniero impedendo alla coscienza di cogliere la trama della realtà nella sua interezza che cosa siamo se non pulviscolo, piccoli nuclei emersi da universi di probabilità?

Quanto è immenso il cielo e quanto è profondo l’animo umano?

Dario ci porta nella bellezza della matematica, della biologia, ci mostra come una giovane coppia piena di sogni, di amore e di aspettative per il futuro si trovi improvvisamente a essere responsabile di uno di quegli ingranaggi del cambiamento che stanno per rovesciare il nostro mondo. 

Dopo la scoperta della bomba atomica cosa ci può essere di più terribile?

Probabilmente quella dell’immortalità.

Siamo davvero artefici del nostro destino o è tutto già scritto e prestabilito?

Con uno stile graffiante e diretto Dario ci porta nel cuore della distopia, ci mostra il mondo sotto una visione futuristica e fantascientifica, che sfiora e riesce a toccare a mani nude la nostra realtà, il nostro presente, buttandoci in pasto alla verità che si sta aprendo ai nostri occhi come un frutto spaccato a metà, che però dentro si scopre che è marcio, infestato da vermi che hanno già divorato tutta la sua polpa, così il nostro bellissimo pianeta che piano piano si avvicina allo sfacelo.

Confesso che anch’io spesso mi sono sentita aliena su questo pianeta non conforme a ciò che la società richiede e non condivido il consumismo. La società fondata sull’economia, il potere, la ricchezza, il benessere, tutto quello che ci allontana da ciò che in questa vita davvero conta.

Dario non fa sconti a nessuno, utilizza eventi fantastici ma attuali. Le viso chiamate. L’intelligenza artificiale, la biogenetica. La clonazione. L’identità digitale. Con le nozioni con cui veniamo alimentati crediamo che ogni novità tecnologica sia di fatto per il bene comune quando in realtà è per il bene esclusivo del potere; di un potere che non si ferma davanti a niente e nessuno.

Ci sembra quasi di percepire le trame di H.P. Lovecraft con i suoi grandi antichi che osservano, che guardano, che agiscono, che intervengono brutali senza alcuna pietà, succhi primordiali di ataviche viscere carnose che si insinuano come serpi velenose nel seno materno di ciò che ci nutre, di ciò che ci appartiene, di quell’ecosistema che ci permette di vivere e di esistere. 

Arrivano le guerre, le bombe atomiche, arrivano le epidemie, le carestie, il cambiamento climatico, la sovrappopolazione le farine fatte con gli insetti, arriva il momento in cui si starebbe bene altrove, lontano dalla terra che ormai è malata, tossica e sta morendo.

La fuga verso la luna, la terra luminosa che guardiamo trasognanti, alla quale spesso confessiamo i nostri segreti e turbamenti, una terra dove tutto è in bianco e nero e i crateri enormi sembrano spacchi indelebili sulla crosta di una terra ormai morta che forse potremmo ancora colonizzare grazie alla scienza, alla tecnologia, alla biologia, creando la possibilità di vivere su un altro pianeta.

Un pianeta da ripopolare e costruire per poi segnarlo allo stesso destino del nostro bellissimo pianeta azzurro.

Poiché siamo noi il virus, siamo noi il bug del sistema, siamo noi piccole particelle di carbonio e di paura che hanno la capacità di distruggere, di annientare il bello delle cose, il buono della vita. E Dio in tutto questo dove si trova?

In fondo le grandi e sanguinose guerre sono sempre state mosse da ideologie religiose, come dice uno dei personaggi di questo romanzo, se c’è a Dio gli facciamo schifo.

L’ironia di Dario Vergari è un’ironia intelligente e astuta che con sottile eleganza e anche un po’ di sadismo ci mostra come il popolo dei libri riesce perfino a coalizzarsi pur di attuare il totale controllo della popolazione. Manipolati, controllati, però l’informazione che ci arriva attraverso i media ci mostra grazie agli algoritmi solo le cose che ci piacciono, solo le cose che ci interessano, dando a ognuno di noi la realtà a cui piace credere. 

Auberon e la sua compagna di vita e di scienza Shaila ci mostrano la fragilità e la forza dell’amore, la sofferenza, la gelosia e anche il perdono. Il mondo cambia e di conseguenza stiamo cambiando anche il modo in cui percepiamo gli altri e noi stessi.

È necessaria l’ esistenza di un Dio? Sono davvero necessarie le religioni per poter aderire a uno stile di vita secondo sani principi e valori, nel rispetto dei diritti umani?

Forse il creatore supremo, colui che ci osserva dall’alto non è altro che l’Universo. 

l’Universo non è fatto per noi, noi siamo stati creati in base alle sue regole.

Il crescendo di desolazione e di consapevolezza che si raggiunge seguendo la storia del giovane dr. Auberon dalla sua infanzia a New York, alla sua passione per la matematica, alla sua personale apocalisse; poiché ognuno di noi prima o poi deve affrontare la sua fine, la sua disintegrazione psichica, emotiva e morale. Un dolore che sembra dividerci e annientarci ma un dolore, sul quale poi creiamo le basi per il cambiamento interiore e mentre il mondo cerca di riprendersi dalla devastazione delle guerre nucleari, delle malattie, l’umanità viene avvolta dalla follia e il caos inizia a regnare supremo, ma il caos che ci sembra disordine e confusione ci appare tale solo perché siamo troppo presi dal flusso degli avvenimenti e solo quando riusciamo a superarli, a comprenderne i nessi e le sincronicità, che ci si rivela il percorso finale, ciò che conta davvero. Il caos trova l’ordine solo nel momento in cui lo si attraversa.

Inoltrandoci nella lettura le trame horror e brutali si faranno intense, forti, oscure. Cadrete in un abisso che vi proietta al di là dell’attrazione terrestre e tutto all’improvviso smette di correre, tutto resterà sospeso. Sembra tutto così irreale eppure basta aprire gli occhi, fermarci un attimo e guardare quello che inevitabilmente ci sta accadendo.

Che rumore fa il silenzio?

Quanto è grande il peso del peccato?

Ci possiamo considerare ancora umani se di fatto siamo a-mortali?

Il ciclo della vita prevede il principio e la fine, ciò che c’è nel mezzo tra lo spazio e il tempo è la nostra esistenza fatta di cose semplici e di valori importanti e imprescindibili. 

Il giorno in cui vedremo un altro noi capiremo che la vita ha perso completamente la sua sacralità.

Fingiamo di non vedere, non capire le nostre responsabilità personali e individuali, eppure basterebbe puntare alle stelle, sentirsi nulla e allo stesso tempo parte del tutto.

Non so voi come vi sentirete dopo questa emozionante e dolorosa lettura, io in questo momento mi sento come una supernova o una stella fenice che rinasce dalle sue stesse fiamme.

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma (Antoine Laurent Lavoisier), la materia sulla terra è sempre la stessa da miliardi di anni e diventa prima una cosa e poi un’altra, in una serie infinita di continue trasformazioni.

Bellissima, profonda, introspettiva lettura che ci mette in connessione con la pura essenza dell’essere e del divenire.

A cura di Barbara Anderson

PhoeniX, Dario Vergari, Bre Edizioni. A cura di Barbara Anderson – LES FLEURS DU MAL BLOG (wordpress.com)



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