Fabio Bricciotti: Il Mostro Nascosto
Nel romanzo "Apro gli occhi" di Dario Vergari, Fabio Bricciotti, meglio conosciuto come "il grigio" o con l'alias di "Comasina Jones, l'inafferrabile e invisibile inviato di sorella morte", è un personaggio centrale che incarna l'orrore, la crudeltà e il potere occulto che agisce dietro le quinte della società. La sua figura è complessa e terrificante, rappresentando la disumanizzazione e la violenza sistematica, con inquietanti parallelismi con le derive più oscure della realtà odierna.
Ecco uno studio approfondito del personaggio:
1. Identità e Apparenze Ingannevoli
Aspetto Esterno: Fabio Bricciotti viene descritto come un "signore di circa cinquant’anni, così distinto e simpatico" da far sentire una ragazza come Filomena Mazzarella una Cenerentola che ha trovato il suo principe azzurro. Non è né bello né brutto, ma ha un "fascino discreto che lei trova rassicurante". È "anonimo un po’ grigio", e questa sua anonimità è parte della sua efficacia e della sua capacità di nascondersi.
Alias e Ruolo: È un "super agente segreto", operante per conto degli "Affari Riservati", il che lo collega a una potente organizzazione governativa o para-governativa. Il suo soprannome "il grigio" e l'appellativo "inviato di sorella morte" sottolineano la sua natura letale e il suo legame con il mondo occulto e la morte.
Parte della "Società delle Profezie": Malerba lo identifica come uno degli "sciamani", la "bassa manovalanza degli onomanti" che "sbrigano gli affari sporchi e mantengono le comunicazioni fra tutti i nodi della società delle profezie". Questa organizzazione, secondo Malerba, opera da secoli e decide il destino degli uomini attraverso la "stregoneria mimetica" e le "profezie". Fabio è parte di un gruppo che "ragiona in millenni" e ha il "potere esecutivo per il mondo rinato".
2. Le Azioni e il "Gioco della Barbie" Fabio è un predatore seriale, specializzato in un rituale macabro che chiama il "gioco della Barbie".
Selezione delle Vittime: Le sue vittime ideali sono ragazze belle ma inconsapevoli della propria bellezza, provenienti da contesti di povertà dove il bisogno di denaro è prioritario rispetto alla vanità personale. Devono anche non avere legami in città, per facilitare la loro scomparsa.
Fasi del Gioco:
Corteggiamento e Manipolazione: Per un mese, corteggia la vittima con complimenti, regali, fiori, e galanterie, facendola sentire desiderata.
Shopping di Lusso: Offre un pomeriggio di shopping sfrenato nei negozi più esclusivi di Milano (come la Rinascente).
La Trappola della Villa: Invita la vittima nella sua villa isolata nelle campagne pavesi, presentandola come un rifugio lussuoso chiamato "Terme di Venere". Qui la drogherà con sostanze mischiate nel Chardonnay, rendendola incosciente.
Deumanizzazione e Tortura: Una volta inerme, la vittima viene portata in un sotterraneo di cemento, caldo e umido, dove sono appese ad alti pali di metallo altre donne nude e martoriate, con palline di gommapiuma in bocca per impedirle di parlare ma non di respirare. Alcune sono vive, altre quasi morte o già morte. Fabio le denuda e le appende, per poi vestirle con abiti di lusso strappati.
Il Rito del Dolore: Filomena, la sua ultima vittima documentata, viene legata e immobilizzata, mentre Fabio si prepara a infliggerle sofferenze disumane. Egli trae piacere dal dolore altrui: "Più causano dolore più godono. Più lenta è l’agonia, più prolungati sono gli orgasmi".
La Morte e lo Smaltimento: poche delle vittime del "gioco della Barbie" hanno visto "il tramonto del giorno successivo". I corpi vengono immersi in vasche di acido, che li dissolvono, lasciando solo un odore di aceto e frutta marcia e un suono sfrigolante. Questo metodo di smaltimento è replicato anche per Roberto e Margherita.
Il Caso di Stella Dominici: Fabio Bricciotti è l'uomo che, vent'anni prima, ha rapito e torturato a morte Stella Dominici, la figlia del sacrestano Settimio. La morte di Stella è stata particolarmente efferata, con il corpo sfigurato dall'acido. Fabio conferma che "è stato un gran divertimento".
3. Motivazioni e Caratteristiche Psicologiche
Piacere dal Male: Fabio è mosso da un piacere sadico nel causare dolore e nel controllare le sue vittime. Egli vede la tortura e l'omicidio come un "divertimento" e un "lavoro" che gli "consente di dedicarsi a quello che ama fare". La sua professionalità è legata alla sua capacità di "estrarre tutto il dolore disponibile in una persona, ed essere capaci di goderne".
Senso di Superiorità: Si considera superiore alle sue vittime, che vede come "troie" e "giocattoli". La sua ossessione nel sapere come Settimio lo ha trovato rivela una sua profonda vanità e desiderio di controllo, non sopportando l'idea che un "insignificante ometto" potesse scovarlo.
Cinismo e Distacco: Non prova alcun rimorso. La sua crudeltà è "niente di personale", solo "lavoro". Questo distacco emotivo lo rende ancor più terrificante.
Ruolo nel Sistema: Egli opera all'interno di una rete più grande e potente, la "società delle profezie", che gli assegna nuove identità e lo protegge. I suoi "scagnozzi" vengono riciclati come "allenamento per le nuove giovani leve", suggerendo un ciclo continuo di violenza e reclutamento.
4. La Tortura di Settimio e la Morte di Fabio
La Vendetta Fallita di Settimio: Settimio, dopo aver scoperto il coinvolgimento di Fabio nella morte di Stella, lo rintraccia grazie agli indizi (le scritte su Baal, il furgone bianco, l'indirizzo ricavato dall'anagramma della targa) e tenta di assassinarlo. Tuttavia, Settimio viene catturato e sottoposto a tortura da Fabio e i suoi complici.
La Crudeltà Verso Settimio: Fabio appende Settimio come un "roseo quarto di maiale" e lo tortura con un "flagrum", una frusta romana. Nonostante il dolore estremo, Settimio resiste, assorbendo i colpi "come una spugna" e rifiutandosi di implorare. Fabio arriva a conficargli in testa una corona di filo spinato e, infine, realizzando che Settimio è morto, gli strappa gli occhi con le dita. Questo gesto finale sottolinea l'apice della sua brutalità e la sua natura di "demone" che esige un tributo fisico per l'anima.
La Morte di Fabio: Fabio Bricciotti viene ucciso da Mario Malerba, il collega di Cesare Serafini, che gli spara tre colpi (pancia, cuore, testa) nella villa. Questa scena chiude il cerchio della sua violenza.
Parallelismi con la Realtà Odierna
La figura di Fabio Bricciotti è un monito contro diverse problematiche e pericoli nella società contemporanea:
Violenza Contro le Donne e Serial Killer: Il suo "gioco della Barbie" evoca in modo esplicito la terribile realtà dei serial killer che predano donne, spesso manipolandole con false promesse di amore o ricchezza, e la crescente incidenza della violenza di genere, che culmina in atti di efferata brutalità. La deumanizzazione delle vittime, ridotte a "giocattoli" o "merce", è un aspetto purtroppo presente anche in casi di cronaca nera.
Traffico di Esseri Umani e Sfruttamento: Il fatto che le vittime siano spesso donne vulnerabili e senza legami, e che vengano "riciclate" o usate come "allenamento", può richiamare il fenomeno del traffico di esseri umani e dello sfruttamento sessuale, dove le persone sono trattate come oggetti e la loro dignità annientata.
Potere Corrotto e Infiltrazioni: La sua appartenenza agli "Affari Riservati" e alla "società delle profezie" suggerisce l'esistenza di poteri occulti e reti criminali che si annidano all'interno o ai margini delle istituzioni statali, con la capacità di manipolare eventi e persone impunemente. Questo riflette le preoccupazioni riguardo alla corruzione sistemica, alle deviazioni dei servizi segreti e alle organizzazioni criminali che operano con impunità.
Manipolazione e Controllo dell'Informazione: La "società delle profezie" e l'uso dell'"onomanzia" (magia dei nomi e delle parole) per "dirigere la realtà" possono essere letti come un'allegoria della manipolazione mediatica e della propaganda, dove il linguaggio e le narrazioni vengono utilizzati per plasmare la percezione del pubblico, nascondere verità scomode e controllare le masse. Il concetto di "messaggi offuscati" o "nascosti in piena vista" è un parallelo diretto con le moderne teorie del complotto e la diffidenza verso le fonti ufficiali.
La Disumanizzazione del Potere: Il cinismo e il distacco di Fabio Bricciotti nel compiere atrocità, vedendole come semplice "lavoro", riflettono la pericolosità di un potere che perde ogni senso di umanità e moralità, giustificando la violenza e la sofferenza in nome di un "disegno" superiore o di interessi economici e politici.
In sintesi, Fabio Bricciotti è una figura simbolica del male organizzato e nascosto, che agisce con calcolata freddezza e sadismo, protetto da un sistema che lo alimenta e di cui egli stesso è un ingranaggio. La sua storia nel romanzo serve da cupo avvertimento sui pericoli derivanti dalla disumanizzazione, dalla corruzione del potere e dalla violenza invisibile che può annidarsi nel cuore della società.
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