Settimio Dominici: Amore, Resilienza e Vendetta
Settimio Dominici è un personaggio la cui psicologia è profondamente plasmata da esperienze di abbandono, resilienza, profondo amore e un'ossessiva ricerca di giustizia. Si tratta di un individuo di grande complessità e contraddizioni, spesso percepito in modo molto diverso da come è realmente.
Infanzia e Formazione (1932-1949)
Abbandono Precoce e Inizio Difficile: Settimio nasce il 17 luglio 1932 e viene abbandonato all'alba in un brefotrofio a Milano. Sebbene fosse avvolto in un corredo di buona famiglia, la sua è descritta come una "vita indesiderata". Nonostante questa partenza sfavorevole, Settimio riesce a trovare il suo posto nella vita, a differenza di Cesare, suggerendo una sua intrinseca forza interiore.
Resilienza e Carattere Mansueto: Durante la sua "dura infanzia", Settimio sviluppa una notevole resilienza. Viene descritto come "mansueto e intelligente", guadagnandosi rapidamente l'affetto di tutti all'orfanotrofio. È "dotato per la lettura e la scrittura" e possiede il "raro dono di non perdere la calma e la pazienza" quando schernito per la sua mitezza. La sua natura è "seria e taciturna", con una spiccata "tendenza all’ordine e alla pulizia". Questi tratti indicano una personalità introspettiva, disciplinata e capace di sopportare le avversità.
La Prima Parvenza di Casa e l'Amore Nascente: Durante la Seconda Guerra Mondiale, Settimio viene affidato a una famiglia benestante nelle campagne pavesi, la famiglia Maggi, che rappresenta la sua "prima parvenza di casa". Qui, nonostante il lavoro pesante e la costituzione gracile, si adatta a uno stile di vita "duro e frugale". È qui che incontra Aurora, di cui si innamora di un "amore puro", un'esperienza unica e irripetibile. Questo amore gli permette di trovare un "rifugio" e dà spazio alla sua "parte soffice". L'espulsione dalla tenuta Maggi, in seguito a voci calunniose, è un evento traumatico che "sbatte come un martello divino sul loro amore innocente".
Vita da Sacrestano e la Nascita di Stella (1949-1974)
Ritorno all'Orfanotrofio e Senso di Identità: Dopo l'espulsione, Settimio torna all'orfanotrofio e, grazie a Don Eligio, trova un "simulacro di famiglia". La sua carriera di sacrestano ha inizio, e il "rito immutabile della messa lo rassicura", dandogli un senso di appartenenza, armonia e significato. Questo riflette il suo bisogno di struttura e ordine, tratti emersi fin dall'infanzia.
Il Matrimonio con Aurora e la Sensazione di Completezza: La relazione con Aurora continua attraverso una corrispondenza segreta, che diventa la loro "nuova siepe d'alloro", un luogo di rifugio e forza. Il matrimonio, celebrato nel 1954, gli porta una "sensazione di completezza" e la fine della solitudine, sebbene sia accompagnata dal "sottile timore... che tutto possa finire". Questo timore si rivelerà profetico.
La Gioia della Paternità e il Dolore della Perdita: La nascita di sua figlia, Stella, nel 1956, è un momento di "inesprimibile commozione e orgoglio". Stella è il "minuscolo Sole" che riequilibra la tristezza della sua infanzia. Settimio si dedica completamente alla figlia, diventando sia padre che madre. Il suo carattere "duro e tenero" è evidente nella sua dedizione.
Il Trauma del Rapimento di Stella: Nel 1974, in un'epoca di violenza e tensioni sociali, Stella viene rapita. Questo evento è il colpo più devastante della sua vita, scatenando in lui una "sensazione bruciante di minaccia" e un "groviglio di istinto di protezione e istinto omicida". La sua pubblica supplica ai rapitori, "Stella è tutto quello che ho, e che mi rimane in questa vita", rivela la sua profonda dipendenza emotiva dalla figlia e la sua vulnerabilità. Questo evento lo trasforma in un "uomo sconfitto e piegato", con un dolore covato per vent'anni.
La Ricerca della Vendetta (1992)
L'Apparente "Insipidità" e la Forza Nascosta: Nonostante Cesare Serafini lo definisca "ometto insipido", Settimio è in realtà "coriaceo" sotto la superficie. La sua apparenza mite e remissiva ("coniglio bagnato", "inoffensivo e unidimensionale") maschera una determinazione incrollabile e, a volte, uno "sguardo torvo e spietato". Cesare lo percepisce come un "quadro cubista vivente", una miscela di contraddizioni.
La Vendetta come Redenzione: Per Settimio, la vendetta non è un semplice desiderio di ritorsione, ma una "redenzione al contrario", un modo per "battezzare col fuoco e col sangue e col piombo". Il suo scopo è impedire che "quello che ha dovuto subire Stella possa capitare ad altre", un obiettivo che lo "ricompensa al di là di ogni imprevedibile esito". Questo mostra un lato altruistico, sebbene in un contesto di violenza.
Ossessione e Metodicità: Settimio è meticoloso nella sua ricerca dei responsabili. Le scritte "BAAL" che copia dal muro e il biglietto "Sciamani sono crudeli / Avidi di sesso / Brutali" diventano indizi cruciali per la sua indagine. La sua precisione nel seguire le tracce e la sua ostinazione nel trovare il "grigio" (Fabio Bricciotti) dimostrano una mente metodica e ossessiva.
L'Etica Personale e il Sacro: La sua profonda religiosità è evidente. Rifiuta di pagare l'arma ("un acquisto di un certo tipo di articolo") con "i soldi guadagnati lavorando per la chiesa" perché essi sono "soldi del Signore" e sarebbe un "sacrilegio". Questo rivela un rigido codice morale e un senso di riverenza per il sacro, che contrasta con la brutalità dei suoi intenti di vendetta. La sua reazione indignata alla battuta di Stroppanobili sulla "bestemmia" conferma la sua sensibilità religiosa.
La Trascendenza del Dolore: Nonostante l'atrocità delle torture subite nel "Barbie Show", Settimio dimostra una straordinaria forza spirituale. Riesce a trascendere il dolore fisico rifugiandosi nella preghiera e nelle visioni di Aurora e Stella. Il suo spirito è "libero", circondato dall'amore del Padre e della Madre Celeste, anche mentre il suo corpo è martoriato. Questo suggerisce che la sua fede non è solo un rito, ma una profonda connessione spirituale che gli permette di trovare pace anche nella sofferenza più estrema.
Morte e Liberazione: Alla fine, la sua morte, pur violenta, è presentata come una forma di liberazione e riunione con le sue amate Aurora e Stella. Egli "si salverà l’anima da un omicidio, concepito ma mai commesso", indicando che, nonostante la sua ricerca di vendetta, la sua anima rimane pura dalla commissione dell'atto finale. La sua fine è un'ascensione, un ritorno all'oasi, un luogo di luce e amore.
In sintesi, Settimio Dominici è un personaggio tragico e complesso. La sua vita è una testimonianza della resilienza umana di fronte al dolore più profondo. È un uomo di ferma fede e integrità morale, spinto da un amore smisurato per la sua famiglia e da un disperato bisogno di giustizia, che lo porta su un sentiero oscuro ma che, alla fine, lo conduce a una pace spirituale. La sua "mitezza" esteriore nasconde un "coriaceo" nucleo di forza, determinazione e una capacità quasi soprannaturale di affrontare il male, trasformando la sua sofferenza in un mezzo per una trascendenza ultima.
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